
L'attrice Maria Antonietta Azzu, dialogando con lo scrittore ci introdurrà nelle atmosfere del racconto. Prendi la chitarra e vai a scoprire il mondo. È l'esperienza che hanno fatto tre giovani sassaresi negli Anni Settanta. L'ambizione di molti ragazzi, allora, era di cambiare il mondo, magari attraverso i messaggi da lanciare a suon di musica. Estate 1973, il sogno beat è quasi alla fine. Tre ventenni, freschi di studi del liceo Azuni, alle prese con i primi esami della facoltà di Medicina, decidono di imbarcarsi per Genova, e con pochi soldi in tasca e una chitarra nello zaino, decidono di andare in Germania. Destinazione Bochum, un grande centro industriale che accoglie ragazzi e uomini del sud Europa alla ricerca di un lavoro. Nelle squallide baracche ci sono greci, turchi, slavi, spagnoli, calabresi, campani e ovviamente molti sardi. L'impatto dei tre ragazzi con quella dura realtà sociale è scioccante ma molto intensa dal punto di vista umano e culturale. Ma i tre ragazzi, in quella babele multietnica, non si limitano a proporre solo la loro musica. Da quella straordinaria esperienza autobiografica Pier Luigi Cherchi crea un racconto denso di umanità e di riflessioni.
Pier Luigi Cherchi è Professore Ordinario di ginecologia e Ostetricia presso l'Università di Sassari. Autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche sulle più prestigiose riviste internazionali, si è cimentato sui temi riguardanti i cambiamenti della società contemporanea, dal primo libro "il parto domiciliare nella Sardegna della prima metà del Novecento, Tradizioni e sapere medico" (TAS Edizioni, Sassari), all'analisi della Rivoluzione culturale della Beat Generation descritta nel libro “C'era un ragazzo che come me" e nella sua all'ultima opera pubblicata da KOMMAEA "Prendi la chitarra e vai!"