Mani bucate
ricordando Sergio Endrigo
“Mani bucate” matita di MVC/Gulliveriana© ,
“Non hai saputo tenerti niente
Neanche un sorriso sincero
E avevi il mondo il mondo intero
Nelle tue mani
Tutto hai perduto anche l’amore
Buttato via dalle tue mani
Mani bucate
Non hai saputo tenerti niente
Neanche un amico sincero
Avevi tanto e hai sempre dato
Tutto a nessuno
Tutto hai perduto anche il mio cuore
Buttato via dalle tue mani
Mani bucate
Ora lo sai
Nessuno torna indietro
E io non sono più io
E’ inutile che pensi a me
Adesso piangi adesso chiedi
Un po’ d’amore sincero
Un po’ d’amore per il tuo cuore
Solo e malato
Non c’è nessuno che ti dia un fiore
Né una mano per le tue mani
Mani bucate”
Per ascoltarla clicca qui
oppure guarda questo video postato da nessundorma
E’ uscita solo su 45 giri?
Non l’avevo mai sentita prima.
A un primo superficiale ascolto può apparire una canzone “leggera”, invece si tratta di un testo molto vero, che si addice a tante persone “sprecone” di quel che hanno di buono.
Fai sempre bene a ricordare Sergio, un grandissimo della nostra musica.
copperhead Pare di si. Guarda qui
http://www.sergioendrigo.it/News/News%20-%202005-04-04%20I%2045%20giri.htm
Faustonet Sono d’accordo con te che si addice a tante persone “sprecone” di quel che hanno di buono.
In questo blog cercherò di ricordare anche gli amici di Luigi Tenco.
Passo per un saluto, adesso che ho finalmente la possibilità: mi piace complimentarmi con te per i lavori che non conoscevo e sono contentissimo che parli del bravissimo Sergio Endrigo, uno dei più sottovalutati autori della musica leggera italiana, capace di scrivere cose mediamente più intelligenti della media dei suoi critici.
Ciao Gully, un abbraccio!
Masso57 Prima di tutto bentornato su favole e realtà. Concordo con te che sia uno dei più sottovalutati autori della musica leggera italiana. Per quanto mi riguarda sto cercando di ascoltare il suo repertorio che è davvero interessante e di proporlo anche qui.
Ciao e grazie per essere passato.
un abbraccio
Gully
Libera d pensarla come vuoi, ma Luigi Tenco non aveva amici. Con Sergio Endrigo si era incontrato poche volte e sui cantautori, in generale, espresse un parere negativo. Endrigo per Luigi era una figura….”come le altre”… e la prova più evidente e tangibile fu la brutta canzone che portò a Sanremo nel 1968 con la quale vinse quel Festival.
Non sono particolarmente convinto che Luigi non avesse amici. Credo non ne avesse molti, questo sì (peraltro cosa abbastanza “naturale”, per come era).
Su Endrigo, è vero che Luigi non diede un ottimo commento, ma dire che nel ’68 vinse con una brutta canzone mi sembra francamente troppo…
Libera d pensarla come vuoi, ma Luigi Tenco non aveva amici.
Fare un’affermazione del genere vuol dire come minimo aver conosciuto Luigi Tenco dal vivo…
Io finora non ho questa presunzione. Non l’ho conosciuto dal vivo, forse ho forzato la mano dicendo che Sergio Endrigo era amico di Luigi, ma da qui a dire che Luigi non aveva amici mi sembra una forzatura ancora più grande.
Detto ciò, è anche vero che in alcune interviste alla domanda E tra questi colleghi cantautori, qual è quello che lei preferisce, che apprezza di più
Luigi rispose:
Dunque ci sono Gino Paoli, questo anche per motivi di amicizia, poi perché mi piace molto, poi un certo Piero Litaliano che non è molto conosciuto ma mi piace molto e fa della parole che sono veramente ottime. Di quelli che non conosco, Modugno penso sia senz’altro il cantautore che mi piace di più.(intervista con Sandro Ciotti, Rai marzo 1962)
In un’altra intervista, precisamente quella a Radio Montecarlo con Herbert Pagani(1966):
- Ed ora sentiamo un cantante che ti piace.
- Un cantante che mi piace è un mio amico di Genova, un certo Fabrizio.
- Questi genovesi… vi volete bene, tra di voi genovesi?
- Affetto profondo. Tra l’altro ho fatto un film 3 anni fa, nel quale io ho inserito una canzone di questo ragazzo.
e poi:
Ora parlami di te, dei tuoi gusti. Quali sono ad esempio i cantanti che non ti piacciono?
- I cantanti che non mi piacciono sono molti, direi quasi tutti, ci vorrebbe troppo tempo… (ride).
- Scegli il più esemplare e la più esemplare.
- Mah, non so, la più esemplare, facciamo la… Gigliola Cinquetti, allora.
- Cos’hai da dire?
- Gigliola Cinquetti è la retorica personificata, cioè la ragazzina che non ha contatti sessuali, che assolutamente non può fare, eccetera… invece è tutto sbagliato, è chiaro che anche lei è nata da un contatto sessuale come tutti noi. E questa ragazzina nasce proprio così, in questo periodo di libertà come reazione, come reazione direi… di destra, se si può usare un termine politico anche per la musica leggera. A me queste cose non piacciono.”
Per quanto riguarda gli amici di Luigi Tenco qualcosa la scrisse il suo amico Roy Grassi nel suo libro Luigi Tenco: è stato davvero un suicidio? Grafphos, Genova 1992
Ho letto e sentito molte cose, in questi ultimi tempi, su Luigi: libri, articoli, opinioni; alcune buone, altre cattive, altre ancora scritte come se l’autore parlasse di un’opera del seicento e non di una persona, di un essere umano(…)
e ancora:
Ebbene Luigi è stato oggetto anche di manovre simili. Ma nessuno, dico nessuno ha descritto l’”uomo”, la persona, come Luigi era nel bar quando prendeva il caffè, quando giocava o quando era preoccupato per il suo lavoro. Si è voluto trasformare l’artista in un mito; ma Luigi deprecava essere un mito. Si è voluto stravolgere ogni sua azione in un’azione sragionatamente grandiosa, singolare, quando di singolare non vi era nulla; e per finire, cosa ancora più amara per me, si è voluto ad ogni costo attribuire a lui cose che non gli appartenevano.
E ancora
Molte persone non hanno capito (e del resto come avrebbero potuto farlo?) che Luigi non mostrava mai il suo “vero essere”. Quel suo stare in disparte, scontroso e silenzioso, non faceva assolutamente parte del suo carattere, ma era il risultato di un senso di disagio che egli provava nel mischiarsi alle persone, nel parlare con loro, e della paura di essere frainteso, malgiudicato.
e quando Roy Grassi parla degli amici di Luigi dice
Gli amici di Luigi in quel periodo erano molti; ma non so sino a qual punto, oggi, io possa asserire con certezza se fossero “amici” nel senso stretto della parola, cioè come la intendo io, o fossero solo persone che Luigi frequentava. Molte volte l’ho visto conversare civilmente con persone, che poi ho sentito da lui disprezzare e definire esseri inutili. Ancora oggi so di alcuni che vanno in giro definendosi carissimi amici di Luigi, mentre in realtà Luigi aveva un profondo senso di antipatia verso di loro. Uno in particolare era malvisto da tutto il gruppo del bar e da parte nostra non facevamo nulla per celare la nostra antipatia. In Luigi, però, più forte dei suoi stati d’animo, vi era una gentilezza innata che gli impediva di comportarsi così e, quindi, accettava di parlare anche con questa persona e spesso faceva una partita al flipper con lui. Più di una volta ci apostrofò senza tanti complimenti per questo nostro modo di fare; ma nessuno gli dava retta.
Lascio agli altri navigatori la possibilità di commentare su questi piccoli espisodi della vita di Luigi Tenco.
Concludo dicendo che riguardo Sergio Endrigo non ho ancora letto qualcosa dove Luigi lo definisse una figura….”"come le altre”.
Ciao Gulliveriana.
Scrivo per dire che il discorso sugli amici di Luigi ci porterebbe lontano.Riguardo a Endrigo, penso di poter dire che di Luigi era un collega per alcuni versi (se mai è esistita una scuola di cantautori) appartenente alla stessa scuola.
Il resto meglio chiederlo a chi ha esperienza diretta per rispondere.
Ma soprattutto mi premeva dire che sono molto contanto che tu abbia dedicato un ricordo, doveroso, ad un cantautore ingiustamente dimenticato si..ma oggi tanto caro, guarda caso, proprio alla nuova generazione di cantautori che, al contrario dei colleghi più anziani, hanno a lui dedicato tante belle parole e soprattutto esecuzioni : Cristicchi, Capossela, Cammariere, Morgan..solo per citarne alcuni.
Paolo 59
Sergio Endrigo, in quel periodo, faceva canzoni d’amore, decadenti. Luigi ammise di aver fatto lui stesso canzoni simili (delle quali era evidentemente pentito) e in una intervista audio che possiedo cita, a mo’ di esempio il suo “amico” Bruno Lauzi con il brano “ti ruberò”. Voglio qui ricordare che al suo “amico” Bruno Lauzi, Luigi aveva tolto il saluto per una prestazione commerciale fatta al Festival delle Rose. Se ho affermato che Luigi e Endrigo si frequentarono poco è perché questo lo disse Endrigo stesso nel gennaio 2002 ed io, anche di ciò, conservo l’audio. Sergio si spinse anche ad affermare che il Festival lo vinse grazie al gesto fatto l’anno precedente da Luigi con una delle sue più brutte canzoni ed in questo mi trovò perfettamente daccordo. Tutto questo non prelude al fatto che non mi piacciano la musica e le parole di Sergio Endrigo. Tutt’altro. Conservo e ascolto brani anche di Endrigo, così come di Lauzi, di paoli, di Bindi. Ma ritengo che siano figure, nel panorama musicale, degne di un “come le altre”da parte di Luigi. Per quanto riguarda Piero Ciampi credo si possa parlare di “caso umano” più che di amicizia. Piero era un randagio e si accasava un po’ dove gli capitava. E dunque talvolta era da gino, altre volte da Roy (Grassi) e dunque anche da Luigi. Da quanto ci riferiscono le cronache aveva anche “fregato” la ragazza a Luigi e nonostante si racconti di un suo tentativo di dissuadere Tenco dall’andare a Sanremo, non c’è traccia di Piero fra i vigneti di Ricaldone nel giorno del funerale di Luigi. Se non fosse per una alterata discussione avvenuta poco prima di andare a Sanremo fra Luigi e Fabrizio De André (anche con questo Luigi aveva tenuto pochi contatti) direi che Faber forse lo comprese meglio degli altri e gli seppe tributare un doveroso riconoscimento, quasi come se ne fosse “amico”. Se è pur vero che Luigi, nel lontano 1962, cita fra i suoi “amici” anche gino paoli è altrettanto vero che i due non si consideravano affatto amici già dalla primavera seguente e che, dopo la morte di Luigi, paoli ebbe per lo stesso parole di profondo disprezzo che restano vive nel cuore di chi ha conosciuto entrambi. I due avevano inciso (prima Luigi e poi paoli) nel 1959 un brano dal titolo “Senza parole” e quando a me venne l’idea di far un articolo con la dicitura “paoli e Tenco: amici, senza parole” alludendo anche al fatto che neanche più si parlavano, fui frenato proprio dalle considerazioni che ho prima fatto, di una che ha conosciuto entrambi. Lei mi disse: “amici?, ma questa è una parola forte!”. Ora non vorrei dilungarmi a scardinare ogni posizione e fare di tutta l’erba un fascio. Credo anche io che Vittorio (per chi non lo ricorda è quello a cui Luigi aveva chiesto il favore di andare a cantare a Sanremo al posto suo), Alex che dal 1954 ci suonava assieme e non lo abbandonò neanche la sera del 31/12/1966, Giorgio F. (idem) e Giorgio G. Forse anche Gianpaolo P. (ma non sono certo) e comunque anche i f.lli Reverberi, Danilo e pochi altri potrebbero rientrare nella descrizione di “amici di Luigi” ma a tal proposito ricordo anche che fu Tenco stesso a sostenere di non avere amici in un articolo dato alla stampa di cui, da qualche parte, conservo traccia. E, per favore, non mi venite poi a dire del sig. G., al quale Luigi avrebbe, ben volentieri, rifatto il naso con un pugno, un po’ come dice di aver fatto Piero Ciampi con la sua donna.
Io non ho conosciuto Luigi di persona ma sono convinto che, se ciò fosse capitato, assieme avremmo fatto la caccia alle streghe tirando sassate.
L’Amicizia
boj(commento postato anche su Binario 21)
Luigi sicuramente aveva un suo modo particolare di mantenere le relazioni sociali e umane, infatti, ha condiviso anche la casa con diversi amici e colleghi, penso a Paoli, Reverberi, Roy Grassi, Ciampi, Lavagetto…
Cari amici, prima dobbiamo metterci d’accordo sul significato che dobbiamo dare alla parola amicizia. Infatti questo termine può essere interpretato in diversi modi, spesso confondiamo il cameratismo, la condivisione di spazi comuni, essere colleghi di lavoro, “compagni” di scuola… come l’amicizia. Personalmente ritengo che l’amicizia sia un sentimento molto profondo molto simile all’amore (depurato dal sesso), proprio per questo credo che nella vita non si possono avere centinaia di amici,infatti, l’amicizia, come l’amore, deve essere coltivata e coccolata. Penso che questo sentimento sia stato ben descritto da Hebert Pagani in un suo LP che aveva proprio come titolo L’AMICIZIA. Forte di queste mie convinzioni ritengo che la parola amicizia descriva un sentimento, intimo e privato. Purtroppo, tutti noi, abusiamo di questo termine e parliamo genericamente di “amici” anche quando indichiamo semplicemente persone che frequentiamo ma con cui non intratteniamo rapporti affettivi profondi. Noi tenchiani sappiamo bene che Luigi era molto restio a parlare dei suoi sentimenti, ritenendoli giustamente personali, intimi e privati. Luigi lo dice chiaramente in “IO SONO UNO” quando sostiene: “Io sono uno che non dice chi è la sua donna, questo e vero, perché non ammiro la gente che prima implora un po’ d’amore e poi appena l’ha avuto, lo va a raccontare”. Perciò Luigi, difficilmente, avrebbe sbandierato al quattro venti, il nome dei suoi amici (infatti non l’ha fatto), come non ha fatto quello della sua donna (Valeria). Tenco, per cercare un sentimento come l’amore, ha impiegato gran parte del suo tempo di compositore, cercando di spiegare come questo sentimento sfuggisse alla razionalità, infatti, Luigi in “ GUARDA SE IO” dice: “ Guarda se io dovevo innamorarmi di te, di te così lontana dal mio mondo di tutti i giorni, di te così diversa da me, dalla mia vita, guarda se io dovevo innamorarmi di te… Guarda se io dovevo amarti tanto come ti amo, IO CHE PASSO LE ORE PER COVINCERTI A CAMBIARE E NON TI CAMBIEREI CON NESSUN’ALTRA AL MONDO, guarda se io dovevo innamorarmi di te…”. Perciò non è escluso che Luigi fosse amico anche di persone che non professavano idee politiche o sociali come le sue (vedi Frezza). Intuitivamente credo che l’amicizia, intesa come sentimento, Luigi la provasse soprattutto per coloro che frequentò da ragazzo e fuori del mondo del lavoro, perciò i suoi amici non dovevano essere per forza dei colleghi affermati, insomma potevano benissimo anche essere: Ruggero Coppola, Bruno Corvetto, Danilo Degipo, Anna Paoli, Marisa Solinas , Marcello Frezza… . Sono convinto che Luigi fosse amico con Roy Grassi. Roy Grassi, nel suo bel libro, parla di Luigi con grande affetto ed amore, ne sono testimonianza alcuni stralci postati da Gully, ma anche altri frammenti raccontati di vita privata dove Roy descrive un Luigi che torna apposta da Roma per trascorrere il capodanno insieme con lui e la moglie incinta di Alessandro, Roy racconta anche delle coccole di Luigi al piccolo Alessandro (quello a cui dedicò “Ragazzo mio). Anche B.Lauzi, nel suo bel libro “tanto domani mi sveglio” (pubblicato pochi mesi prima di morire), fa capire di aver amato immensamente Luigi, però nel libro si percepisce anche Bruno soffrì molto anche di invidia e di gelosia (soprattutto nei confronti di Roy Grassi, infatti, definisce Roy: lo schiavo di Luigi). Credo che Luigi fosse un sincero amico di Marisa Solinas (ricambiato), infatti lei dopo la sua morte ebbe il coraggio di esporsi e denunciare le porcherie che ruotavano attorno a Saremo e proprio per questo fu minacciata (comportandosi da amica vera). La mia impressione e che Luigi, nell’ambiente artistico, avesse trovato diversi “compagni di viaggio” ma pochi amici, con alcuni di questi compagni si confrontava positivamente dal lato professionale, con altri competeva artisticamente, con altri ancora combatteva come nel caso di Mogol. Per alcuni colleghi provava anche affetto, per altri simpatia, con altri aveva solo degli scambi di saluti civili. Perciò trovo difficile rispondere ad una domanda secca e drastica: è vero che Luigi non aveva amici? Credo che nella nostra discussione, come spesso accadde, siamo andati ben oltre al senso che veniva attribuito Gully alla frase: “Gli amici di Luigi Tenco: Sergio Endrigo. Penso che nella dizione comune personaggi come: Reverberi, Ciampi, Endrigo, De Andrè, Lauzi, Gaber, Bindi, Paoli, Calabrese, Vivarelli, S. Modugno Lavagetto, Matano… si potrebbero comunemente anche definire amici di Luigi (ma più nel senso generale che in quello affettivo). Ritengo che dopo la morte di Luigi, tra i personaggi famosi, solo Michele Maisano e Marisa Solinas si siano comportato da veri amici. Devo anche dire che la cosa più che mi ha sorpreso, sentendo le affermazioni di coloro che oggi si definiscono amici di Luigi Tenco (e sono troppi), è che quando qualcuno gli chiede qualcosa di Luigi sono sempre un poco scocciati e rispondono prima parlando di loro o dicendo: ancora Luigi Tenco? Sapete perché lo fanno? Perché, quando Luigi era vivo riusciva a catalizzare l’attenzione di una bella donna (in loro presenza) anche senza aprire bocca, da morto riesce ancora a fargli ombra (in questi anni si è parlato molto di più di lui che di loro). Questi pseudo amici, non è che davanti alla riscoperta di Luigi da parte delle nuove generazioni di musicisti hanno pensato: Luigi era talmente bravo che il tempo non l’ha scalfito, anzi, gli è stato restituito il mal tolto… . Se fossero amici veri dovrebbero essere molto contenti e orgogliosi che finalmente, al loro amico, sia stata resa giustizia (come ha detto Michele Maisano), invece molti di loro sono infastiditi perché si sentono colpiti nel loro narcisismo, infatti, rispondono: lasciatelo riposare in pace. Amen . Ciao Balans
Mi scuso per gli errori di battitura, e le imprecisioni, contenuti nel mio precedente post. Purtroppo l’ho scritto di fretta e senza neppure rileggerlo. Spero che il contenuto sia comprensibile… Balans