Quasi sera
Disegno di gulliveriana. Punta negra, matite colorate.
Quasi sera e tu eri con me,
eravamo seduti accanto al mare.
Quasi sera
e là, sopra la sabbia,
c’erano ancora i segni
del nostro amore.
Ricordo che tu mi parlavi,
io stavo guardando
una vela passare:
era bianca,
era gonfia di vento,
era l’ultima vela:
era ormai quasi sera.
Quasi sera …
e non ricordo altro,
né la voce che avevi,
né il nome che avevi.
Quasi sera…
e poi non ti ho più vista,
non ho mai più saputo
di te, della tua vita.
Ricordo
di noi soprattutto
la vela che ad un tratto sfiorò il nostro amore:
era bianca,
e dopo un momento
io la stavo cercando
ma non c’era che il vento.”
(Luigi Tenco – Carlo Donida, 1965)
Quasi sera fu incisa una sola volta, nel 1965 e mai più reinterpretata; poetica nuova ed unica in tutta la scrittura “tenchiana” e, forse, in tutta la produzione poetico- musicale italiana di questi anni.
(tratto da : “Quasi sera.Una storia di Tenco”. di Ada Montellanico)