Partenze
Disegno di Gulliveriana, pennarelli tombo 1988
Parto per qualche giorno a Riccione per partecipare al XXX Congresso dell’A.N.M.I.G (Associazione Nazionale fra Mutilati e Invalidi di Guerra) e della sua Fondazione (composta da figli e nipoti) di cui faccio parte. Oltre a celebrare una serie di attività congressuali, queste giornate avranno un valore e un’importanza particolare perchè rappresenteranno una sorta di metaforico testimone fra generazioni presenti e quelle passate. In questa occasione, infatti, per la prima volta i delegati designati dai Soci dell’AMNIG e i delegati eletti dagli aderenti alla Fondazione si ritroveranno fianco a fianco per discutere insieme del futuro.
Per quanto mi riguarda la mia presenza nasce sulla scorta della vicenda familiare di mio padre, ex-combattente e socio dell’ANMIG.
Quando si è prospettata l’opportunità di partecipare alla Fondazione io l’ho fatto con orgoglio e entusiasmo, riversando in essa il mio impegno perché possa crescere tramandando in futuro non solo il ricordo di tutti coloro che l’hanno animata per decenni, ma anche lo spirito che ha guidato le azioni di coloro che sento di definire nostri padri.
Questo ruolo assunto nell’anno passato mi ha già consentito tra l’altro di far parte di diverse iniziative pensate nel rispetto e in coerenza con questi principi. Infatti ho potuto rappresentare la Sardegna presso la Casa Madre a Roma al Primo Convegno Nazionale degli aderenti. In questa occasione ho preso parte all’incontro con il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il quale nel suo discorso ha sottolineato il valore della memoria. Partendo da questo spunto e a pochi giorni dalla commemorazione del 25 Aprile vorrei evidenziare proprio uno degli elementi di fondo che ha condotto alla creazione della Fondazione ovvero quello di raccogliere l’eredità storica e culturale di coloro che hanno partecipato ai tragici eventi delle due guerre mondiali del secolo scorso. Ricordare è importante per cercare di fare in modo che eventi del genere non si ripetano mai più. Anche perché come diceva primo Levi “chi dimentica la propria storia è condannato a ripeterla.”
Arrivederci alla prossima settimana.